Il tipo Bruno

Inviato da Canali Giovanni il Dom, 10/04/2016 - 14:47

Il tipo Bruno è il frutto di una mutazione nota come isabellismo.
Questa mutazione è la più frequente praticamente in tutte le specie e di regola è la prima ad apparire allo stato domestico, peraltro la si rinviene con relativa frequenza anche in natura.Il comportamento genetico è recessivo e legato al sesso. A questo proposito ricordo che fu proprio osservando questa mutazione nel Canarino che Florence Durham e D. C. E. Marryant nel 1908 capirono che negli Uccelli la coppia cromosomica era invertita rispetto ai Mammiferi.
La mutazione in oggetto trasforma in bruno scurissimo l’eumelanina nera, mentre la feomelanina rimane invariata.
L’occhio è interessato e appare rossiccio per pochi giorni nei pulcini, diventando praticamente nero negli adulti.
Sono interessati anche becco e zampe che diventano brunastri.
È da ritenere che anche il cosiddetto sottopiuma (pars plumacea o parte vaporosa) sia interessato, anche se visivamente può sfuggire, ma lo si capisce nelle interazioni ove appare più vulnerabile del nero selvatico.
Un aspetto particolare è che pare esservi una certa pleiotropia, poiché la mutazione Bruno sembra ammorbidire il piumaggio, che sembrerebbe meno forte.
E questo parrebbe non solo per la trasformazione dell’eumelanina nera, ma in quanto tale.
È un aspetto impegnativo, a me pare che questo ammorbidimento ci sia, ma diventa difficile razionalizzarlo e dimostrarlo in modo obiettivo.
Di certo è sbagliata la tesi secondo la quale il Bruno, in quanto tale, migliori il piumaggio. Il Bruno può avere piumaggio buono o cattivo come tutti gli altri e il suo inserimento in quanto tale in un ceppo non serve a niente. Un Bruno con ottimo piumaggio potrà giovare, con pessimo piumaggio potrà solo nuocere. Il guaio è che se qualcuno usando un Bruno a piumaggio ottimo avesse un miglioramento, c’è il rischio che attribuisca il miglioramento al fatto di avere usato un Bruno e non un soggetto ad ottimo piumaggio che era anche Bruno.
Va precisato che il piumaggio dei figli Neri dei Bruni, non conserva nulla delle caratteristiche che si attribuiscono al Bruno; hanno le caratteristiche dei Nero, che secondo me sono anche migliori. La maggiore forza del piumaggio è nei Nero, come logico; infatti come ben sappiamo dalle regole generali, non a caso le penne più sollecitate, come le remiganti, di regola hanno più eumelaninie nere, nella generalità delle specie.
Dico questo perché non condivido l’abitudine di inserire Bruni nei ceppi di forma e posizione sia lisci che arricciati. Trovo sia meglio il Nero che fra l’altro, a mio gusto è anche molto più bello.
Il colore che deriva dalla mutazione di isabellismo è nel complesso tendente al marrone, di regola i soggetti che sono affetti sono chiamati Isabella, sembra in ricordo della camicia di Isabella di Castiglia che per un voto non si sarebbe cambiata la camicia stessa fino alla fine dell’assedio di Granada; la camicia per ovvi motivi sarebbe diventata di un colore descritto come giallastro tendente al marrone, dell’odore le cronache non parlano, ma probabilmente è solo leggenda e ve ne sono anche altre di analogo segno.
Quando apparve nel Canarino l’isabellismo, come logico, i canarini affetti vennero chiamati Isabella, poi in seguito all’interazione con un’altra mutazione l’Agata, si ottennero canarini Isabella diluito, più chiari degli Isabella originali.
Molto stranamente, anziché continuare a chiamare Isabella i primi ed individuare un altro nome per la nuova interazione, si decise di chiamare Bruno i primi, probabilmente per il colore d’insieme percepito, ed i diluiti, Isabella.
Eppure non sarebbe stato difficile individuare un nome adatto, ad esempio sarebbe andato benissimo Isabellino.
La scarsa cultura generale forse, o il fatto che forse si considerava più pregiata la nuova espressione con l’interazione, indussero ad una scelta sbagliata, che avrà poi conseguenze negative, non dico gravi, ma tali da favorire confusioni; infatti queste dizioni si sono utilizzate errando anche per altre specie.
Va anche detto che vecchi allevatori di razze di Canarino di forma e posizione, sia lisce che arricciate, chiamano ancora Isabella i primi mutati che invece gli allevatori di Canarino di colore chiamano Bruno.
Segnalo altresì che gli Inglesi chiamano il Bruno, Cinnamon vale a dire Cannella e il termine viene usato anche in Italia, specialmente per le razze di origine inglese.
Comunque sia oggi il termine Bruno è entrato nell’uso consolidato ed inamovibile, non ci si dimentichi però che non è termine corretto, per i motivi spiegati, specialmente quando si parla con Ornitologi scienziati, che non conoscono i nostri vezzi ed errori.
La mutazione in oggetto, come dicevo, da al soggetto affetto una espressione cromatica sostanzialmente marrone o bruna che dir si voglia, quello che è importante, è valutare però la differenza fra la l’eumelanina bruna e la feomelanina bruna.
La mutazione in effetti, trasforma l’eumelanina nera del tipo originale Nero – bruno, da nera in marrone scurissimo. La feomelanina bruna rimane invariata, vale a dire di un colore bruno molto più chiaro di quello dell’eumelanina bruna.
Il disegno rimane invariato rispetto a quello della forma Nero – bruno selvatica, continua ad essere richiesto lungo largo, completo in ogni sua parte e si differenzia bene dalla feomelanina circostante.
Il becco e le zampe sono interessate dalla mutazione, direi anche in modo più evidente del piumaggio.
Becco e zampe diventano o carnicini o brunastri, a seconda della quantità di bruno presente.
Si preferisce l’espressione brunastra la maggiore possibile, in analogia con il tipo Nero ove si vogliono becco e zampe neri o comunque molto ossidati, quindi con molto nero.
La mutazione di isabellismo non da lo stesso risultato su becco e zampe nelle varie specie; infatti vi sono specie che li presentano molto bruni, ad esempio il Lucherino, mentre altre assai meno, come il Canarino.
Non credo sia una differenza della mutazione in se, ma piuttosto dipenda dalla situazione delle melanine nella forma originale, ad esempio non escluderei la preesistenza di eumelanina bruna su becco e zampe in alcune specie o una maggiore concentrazione specialmente sul becco.
La selezione per quel che concerne il disegno segue pari, pari la selezione del tipo Nero rimando quindi a quella trattazione, come pure becco e zampe anche se, per questi, nei Bruno l’importanza è molto minore.
La differenza col Nero è nella feomelanina di contorno che logicamente nel Bruno deve essere al massimo dell’espressione.
La feomelanina deve essere di tonalità la più scura possibile, poiché indica il massimo dell’espressione, nei soggetti migliori ci si avvicina alla tonalità “castagna”.
Avremo quindi disegno lungo e largo contornato da bruno scuro. La differenza fra il bruno eumelaninico del disegno e quello feomelaninico della periferia rimane evidente.
I difetti possono essere quelli già descritti nel tipo Nero, come: disegno spezzato, non largo, confuso (da imputare al piumaggio), zone a disegno debole, come fianchi e testa, bruno eumelaninico sbiadito, becco e zampe non brunastri.
Inoltre è un difetto la carenza di feomelanina, a differenza del tipo Nero ove purtroppo è considerata difetto.
La patina di bruno feomelaninico che si forma in alcun soggetti, va considerata difetto, si badi bene però, non per eccesso di feo, che deve essere al massimo! Ma perché la patina si forma quando ci sono carenze di disegno e sono tali carenze a costituire il difetto.
Negli accoppiamenti si procede come nei Nero per il disegno e becco e zampe, in difformità si sceglieranno i più dotati di bruno feomelaninico.
Per mantenere un buon disegno nitido oltre alla scelta dei migliori soggetti sarà utile accoppiare con Nero – bruno di ottimo disegno e molto dotati di feomelanina, quindi difettosi come Neri da mostra per la feomelanina, ma utili al tipo Bruno.
Sulla frequenza di questo incrocio non tutti gli autori hanno la stessa opinione, c’è chi ritiene basti ogni 3 o 4 generazioni e chi come me preferisce maggiori frequenze, altri ancora lo ritengono quasi inutile, preferendo limitarsi alla selezione.
Una pericolosa tendenza assai diffusa è quella di privilegiare solo il disegno e di considerare il bruno feomelaninico un difetto.
Tale tendenza è addirittura contraddittoria con il nome del tipo, del tutto illogica e deve essere combattuta senza debolezze di sorta.
Gli ossidati quale è il Bruno devono essere scuri, chi non ama le tinte scure, è bene che si dedichi ad altri tipi.
Propongo lo schema degli accoppiamenti, ove il maschio è messo prima. Scrivo solo Nero invece di Nero -bruno per brevità e ricordo che le femmine non possono essere portatrici poiché la mutazione è recessiva e legata al sesso.
Bruno x Bruno = tutti Bruno
Bruno x Nero = maschi Nero/Bruno femmine Bruno
Nero x Bruno = maschi Nero/Bruno femmine Nero
Nero/Bruno x Bruno = maschi metà Nero/Bruno e metà Bruno
femmine metà Nero e metà Bruno
Nero/Bruno x Nero = maschi metà Nero e metà Nero/Bruno
femmine metà Nero e metà Bruno
Nero x Nero = tutti Nero

Osservazioni: si noti come gli accoppiamenti migliori siano il primo e il quarto; infatti dal primo si hanno tutti Bruno e dal secondo sia Nero che Bruno di entrambi i sessi.
Ottimo è anche il secondo con femmine Bruno e maschi portatori, il limite è che i Bruno sono solo femmine.
Poco interessante il terzo poiché non si hanno Bruno ma solo maschi portatori.
Poco interessante il quinto poiché si ha solo metà delle femmine Bruno e metà dei maschi portatori, ma non distinguibili dagli omozigoti e questo è l’aspetto peggiore.
Del tutto inutile il sesto da cui non si hanno Bruni, neppure allo stato latente. Questo accoppiamento si fa per avere Neri (con selezione diversa per la feo).
Precisazione: molto tempo fa perfino su alcuni testi blasonati, si diceva che i portatori di Bruno fossero distinguibili nel nido. Ciò non corrisponde al vero; i portatori di Bruno non si distinguono né da pulcini né da adulti. Maggiori o minori espressioni di questo o quel pigmento in questa o in quella parte anatomica, sono irrilevanti.

Giovanni Canali