L’incontro con questo curioso alaudide è avvenuto vari anni fa quando le importazioni di animali di cattura erano ancora aperte, infatti recandomi da un noto importatore di animale lombardo trovai in un gabbione un gruppo di femmine, residuo di uno stock ben più grande. Incuriosito dagli animali me ne aggiudicai un paio sicuro che in capo a qualche mese avrei trovato i maschi. Le mie previsioni furono sbagliatissime!
La chiusura delle importazioni la sciarono le mie due femmine zitelle per anni, tanto che ormai disperavo di vedere più dei maschi di questa specie. Nel frattempo le due allodole rimasero parcheggiate nelle mie voliere insieme ad altre specie che io allevo.
Si dimostrarono tranquille e robuste appetendo qualsiasi alimento venisse posto nelle voliere. In natura sono degli animali onnivori nutrendosi sia semi che insetti e quindi in cattività dimostrarono di gradire sin da subito sia il pellet che il pastone per gli insettivori ma anche il misto dei canarini e il pastoncino giallo, con qualche tarma della farina la dieta fu completata.
La svolta nell’allevamento di questa specie l’ebbi l’anno scorso quando girando la mostra scambio durante i mondiali di Piacenza trovai ben sei maschi, inconfondibili per la mascherina bianca nera e gialla e le due piumette che sbordano dalla nuca a foggia di corna. Detto fatto finalmente trovai marito per le due mie zitelle! Queste allodole in natura possiedono un vasto areale che ricopre ben 3 continenti Nord America, Asia e parte dell’Europa, occupando solo la parte nord dei contineti visto che il loro habitat è quello delle praterie e della tundra.I due giovani maschi vennero messi dopo un periodo di quarantena insieme alle due vegliarde ( a conti fatti oggi hanno sei anni) e vennero alloggiate a coppie in gabbioni da 120. Le gabbie arredate in modo spartano ( il fondo in pellet di legno e un posatoio) le ospitarono fino a primavera quando vennero immesse a coppie, in voliere da un metro per due metri di lunghezza e due altezza. Naturalmente essendo animali terricoli occupano il fondo delle voliere sfruttando i posatoi solo quando entrano estranei nel locale.
Come arredo vennero disposti dei sassi, sul pavimento utilizzabili come posatoio, e dei portanido da canarino camuffati con dei mattoni, però completamente ignorati dalle allodole. Passò la primavera e giugno senza vedere nulla nelle voliere, i maschi cantavano e alzavano le due corna in segno inequivocabile di estro ma solo ai primi di luglio notai un abbozzo di nido in un angolo della voliera.
Il nido costruito risultò una coppa profonda allestita con fibra di cocco e sisal, mai sono riuscito a sorprendere le femmine nel nido anche quando vi erano le uova. Al mio ingresso nel locale le femmine lasciavano il nido e capivo che le uova erano covate perché il nido era caldo.
Le uova in numero di 4 sono leggermente più grosse di quelle di un canarino di cui ne ricordano in parte il colore e dopo 13 – 14 giorni nascono le allodole! Sono nerastre e coperte da un fitto piumino, l’imbeccata è ampia con labbra carnose e gialle che ricordano i piccoli passeri, l’interno del becco è giallo con un disegno nero sulla punta del becco e della lingua.
Una volta nate le allo doline il problema era quello di dare ai genitori qualcosa di appetitoso per imbeccare i piccoli. I begatini bolliti sono stati l’unica cosa che avevo a disposizione e per i primi tre giorni furono l’unica cosa che i pullus potevano ingerire.
A dire il vero i genitori non li gradivano molto e quindi per i primi tre giorni le ho sempre aiutate con delle imbeccate ogni tanto. Nel frattempo le allodoline crescevano e così il becco e quindi potei cominciare a fornire piccole camole della farina e poi quelle più grosse del miele.A quel punto i piccoli hanno tre giorni e cominciano a spuntare i calami, a 5 giorni hanno già gli occhi aperti e sono impiumate , ma soprattutto da buon animale terricolo abbandonano il nido e si sparpagliano sul pavimento, attenzione sono veramente mimetiche anche su un pavimento di truciolo.
L’abbandono precoce del nido è sicuramente una strategia antipredatoria, che aiuta la sopravvivenza dei piccoli in natura. I piccoli a 10 giorni sembrano delle quagliette che corrono qua e la senza poter ancora volare. Delle tre covate nate nel mio allevamento in tutto ne sono sopravvissute sei esattamente 3 maschi e 3 femmine!
Guardate le foto! I maschi sono di tonalità più bruna, mentre le femmine sono quasi di colore isabella ma soprattutto i maschietti abbozzano già quelle che da adulto saranno le corna che le contraddistinguono.
Ora speriamo bene per la muta!
Emilio Lenzo
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Comments
Complimenti
Come al solito ci riservi delle sorprese con la riproduzione di soggetti non proprio comuni nelle nostre voliere, anche l'articolo con osservazioni ben dettagliate contornato da belle immagini sarà sicuramente apprezzato dai visitatori del sito e di aiuto per chi si dedica alla riproduzione di questi uccelli.
Sandro
Complimenti
Complimenti vivissimi per il raro risultato ottenuto. Proprio per la rarità e l'interesse, consiglio anche la pubblicazione su di una rivista specializzata. Giovanni Canali
Bravo
Sono solo un simpatizzante, cercavo informazioni via internet di altro tipo e mi sono imbattuto nella storia: doppi e tripli complimenti per quel che sei riuscito a fare, per il breve ma efficace diario e per le belle foto. Nel caso qualcuno si voglia cimentare nella tua stessa avventura sono sicuro gli saranno d'aiuto, anche solo per dividere maschi e femmine da pulli. In bocca al lupo per tutto Silvio M.
Grazie Silvio
Grazie Silvio,Inanzitutto mi scuso per non averti risposto prima ma sono stato all'estero per un po e tra disguidi al sito e ferie si è fatto il 2 di ottobre. Si le notizie sull'allevamento delle allodole non sono molte in letteratura ne sul web! Mi sono documentato cercando foto di questi uccelli in natura e poi tanta fortuna. Se hai bisogno di dati più dettagliati fammi sapere.
Emilio