Il tipo Nero

Inviato da Canali Giovanni il Dom, 10/04/2016 - 14:46

Il tipo denominato Nero, un tempo era correttamente chiamato Nero- bruno e corrisponde a quello selvatico.
Il canarino delle Canarie è verde per la coesistenza di nero, bruno e giallo; il giallo è un mutato nato allo stato domestico.
Il nero eumelaninico è nella parte centrale della penna visibile (pars pennacea) è presente nella pars plumacea (in gergo sottopiuma) come unico pigmento e così pure su becco e zampe, l’occhio è nero anche se l’eumelanina non è l’unico pigmento, il bruno feomelaninico invece è nella periferia della penna visibile (pars plumacea).Il nero centrale costituisce il disegno.
Nelle penne forti ed in alcune copritrici, si parla di marcature, che sono ampie, anche in modo più che proporzionale le penne interessate sono: remiganti, copritrici delle primarie, grandi copritrici, alula, copritrici della coda e timoniere.
Nelle medie copritrici si parla di vergature, che vengono paragonate a virgole, anche se francamente somigliano poco a virgole, piuttosto a dei pallini, spesso si parla di vergature della spalla, ma ciò è errato poiché riguardano l’ala. L’errore è da ritenere imputabile al fatto che l’ala chiusa induce ad equivoci in quanto aderisce abbastanza alla spalla, anche la cosiddetta spallina è chiamata così anche se riguarda le piccole copritrici.
In tutto il resto del corpo si parla di striature. In particolare le striature riguardano testa, dorso, fianchi e petto.
Ai lati del becco vi sono striature particolari dette mustacchi che sono tipiche del genere Serinus.
Sul disegno e sulle melanine in genere interferisce il dimorfismo sessuale. Nel Canarino vige la regola generala che vede più eumelanina, nel nostro caso il nero, nei maschi e feomelanina, nel nostro caso il bruno, nelle femmine.
Inoltre i mustacchi sono più forti nel maschio, mentre le piccole strie comprese fra gli stessi sono superiori nelle femmine. I fianchi sono più forti nella femmine. Anche questi ultimi aspetti seguono tendenze generali molto diffuse.
Nel Canarino selvatico le striature non sono molto lunghe e larghe e il bruno è evidente.
Nel Canarino di colore domestico, invece la selezione ha accentuato molto lunghezza e larghezza del disegno, visto che si ricerca la massima espressione del medesimo. Una volta si ricercava anche la massima espressione del bruno, come perfettamente logico, ma poi per una faccenda di mode e di esterofilia si è preferito combattere l’espressione del bruno stesso. Si sosteneva che l’insieme fosse più brillante, luminoso, ecc…dimenticando che gli ossidati, vale a dire i tipi Nero e Bruno devono essere scuri in massima espressione melaninica.
La selezione del tipo Nero comporta la scelta dei soggetti più ricchi di nero, che si esprime in un disegno lungo e largo, completo in ogni sua parte, inoltre becco e zampe devono essere molto neri.
Si parla spesso di righe o rigoni per indicare la lunghezza e continuità del disegno.
Disegni sottili o discontinui sono difetto, sottili e interrotti assieme addirittura atipici, poiché ricordano il disegno dei diluiti.
Carenze di disegno localizzate, frequenti specialmente su testa e fianchi, sono difetti gravi.
Oggi purtroppo si considera difetto l’evidenza del bruno anche se si tollera sulle penne forti limitatamente a quelle che non sono cambiate nella prima muta; questo perché l’immaturo è per natura più dotato di feomelanine, regola generale legata agli ormoni ed al mimetismo.
Oggi i tecnici più qualificati pensano si debba essere tolleranti su tracce di bruno, in alcuni c’è la consapevolezza di avere sbagliato scelta, o quantomeno che il bruno non sia il difetto più grave, c’è da sperare che la cosa venga ufficializzata.
Il disegno confuso è un difetto che viene penalizzato nel tipo, ma spesso è da imputare al piumaggio scomposto.
Gli allevatori si sono accorti che il disegno è più largo quando la penna è più larga, assolutamente ovvio, ed in Neri e Bruni selezionano piumaggi abbondanti, ma questo espediente ha aspetti negativi e pericolosi.
Tanto maggiore è l’abbondanza del piumaggio e tanto maggiore è la difficoltà a tenere composto il piumaggio stesso. Quando il piumaggio è scomposto danneggia anche l’espressione del tipo, poiché la “riga” non tiene. Vale a dire che il disegno si mantiene largo ma non allineato e quindi non più continuo, trattasi di espediente da condannare.
Nella selezione si privilegiano i migliori disegni, vale a dire: lunghi, larghi, completi, con un nero brillante, becco e zampe ben neri; non si scelgono soggetti con molto bruno, ma senza esagerare, alcuni allevatori privilegiano accoppiamenti fra un soggetto con pochissimo bruno ed uno con qualche traccia di bruno.
In effetti pare che una selezione troppo spinta contro il bruno finisca col danneggiare anche il disegno.
La circostanza l’ho spiegata con il fatto che vi sono geni pleiotropici in grado di intervenire sia sul nero che sul bruno.
Gli accoppiamenti per avere Neri tipici presuppongono l’accoppiamento fra Neri. Quando c’erano i Nero –bruni, si poteva fare anche con Bruni pur non essendo molto consigliabile e raro, ma oggi non ci sono alternative all’accoppiamento in purezza.
Va da se che non si possa accoppiare con diluiti (Agata ed Isabella) poiché sono selezioni opposte in gran parte.
Nella scelta dei riproduttori, ovviamente si scelgono i migliori, ma poiché la perfezione non esiste, si accoppia evitando di unire soggetti con lo steso difetto, poiché si accentuerebbe. Eventualmente si accoppia in compensazione vale a dire soggetti con difetti diversi e con caratteristiche ottime dove nell’altro c’è carenza.
Ad esempio un soggetto debole di fianchi ma ottimo come ossidazione (nero) di becco e zampe verrà accoppiato con un soggetto fortissimo di fianchi e magari debole di ossidazione di becco e zampe.
Da non escludere l’accoppiamento di esaltazione per fissare un pregio, ad esempio due soggetti con teste molto striate.
Un altro aspetto è il problema “pelle nera” un fenomeno strano, mai ben chiarito.
Alcuni lo considerano un carattere ereditario, altri un fatto selettivo da ricerca esagerata a favore dell’eumelanina.
Personalmente propendo per il fatto selettivo, ma non mi sento di escludere anche altre ipotesi.
Il fenomeno si manifesta con una fortissima espressione dell’eumelanina a scapito della feo e si manifesta molto sull’epidermide da qui il nome.
Il fenomeno è degenerativo e comporta muta continua e di conseguenza anche sterilità. Appare evidente che dipenda da squilibri ormonali (pare tiroidei e forse anche sessuali) che intervengono sia sulla melanogenesi sia sulla muta.
L’eumelanina si accentua sull’epidermide, su becco e zampe, ma non è detto che sul disegno dia ottimi risultati, anzi è indipendente, poiché non sono rari soggetti pelle nera che presentano un disegno sottile, anche se con poca feo.
Il pelle nera va considerato, non come il massimo del nero legato alla massima ossidazione ricercata nei ceppi di Neri, ma come uno squilibrio a favore dell’eumelanina a scapito della feo. Il fenomeno deve essere ben chiaro che non è esclusivo dei Neri; infatti si manifesta anche nei Bruni infatti agisce parimenti sull’eumelanina bruna e sia chiarissimo anche nei diluiti vale a dire Agata ed Isabella!
Gli allevatori cercano di evitare, molto giustamente, il fenomeno pelle nera cercando di non esasperare troppo la selezione.
Come osservazioni ulteriori a me pare che il disegno debba essere prioritario rispetto becco e zampe.
Segnalo come le striature della testa siano molto indicative, ci possono essere soggetti con ottimi dorsi ma deboli di testa, il contrario non l’ho mai visto.
Il dorso è certo basilare e ricordo che i “rigoni” dovrebbero essere 4 per ovvia simmetria.
Sui fianchi i “rigoni” dovrebbero essere due per lato ed attenzione, poiché non sempre i fianchi sono uguali, capita che vi possa essere differenza fra i due lati.
Da non trascurare l’osservazione del petto spesso omessa ; infatti il petto deve essere ben segnato e nel modo più simmetrico; si badi che al centro è meno segnato e non si può pretendere ciò che non è naturale.
 

Giovanni Canali