Il prof. Zingoni non è più fra noi, improvvisamente è mancato, lasciando un senso di vuoto ed impoverimento, nonostante l’età avanzata.
Il prof. Zingoni era un docente universitario a riposo. Biologo ha insegnato fisiologia.
Dotato di straordinaria cultura, anche oltre il suo campo specifico era stato un punto di forza e di riferimento importantissimo.
Allevatore e giudice di Arricciati ha pubblicato moltissimi articoli, non soltanto sugli Arricciati ma anche su vari argomenti ornitologici. Il testo “Canaricoltura” è monumentale e costituisce il testo di riferimento di maggiore rango. Alcune delle sue pubblicazioni sono fondamentali in particolare l’articolo, “Contributo alla conoscenza del piumaggio dei canarini aricciati” I. O. n°11 – 1982 di Zingoni - Del Prete, che ho spesso citato e che è illuminante sul tema “categoria”, non avesse scritto altro, gli spetterebbe solo per quello un posto d’onore nel nostro firmamento culturale. Uno straordinario risultato fu poi la selezione del Fiorino, in collaborazione con altri, che costituisce la terza razza italiana, graziosissima.
Ho avuto il privilegio di conoscerlo e di avere con Lui rapporti amicali e di collaborazione.
Ai tempi in cui eravamo nel comitato di redazione di I. O. portammo avanti con altri amici un lavoro davvero notevole. Il prof. Zingoni era il punto di riferimento culturale e correggeva gli articoli, spesso aggiustandoli senza nulla pretendere.
Si può ben dire che ha dato alla canaricoltura un valore scientifico aggiunto.
Egli operava con passione come tutti gli allevatori, ma anche con rigore scientifico, cosa che gli permetteva di dare alle sue osservazioni e ai suoi studi un valore appunto scientifico di vero spessore.
Ora vorrei ricordare qualche aspetto dei miei rapporti personali con Lui.
Prima di tutto ricordo di averlo interpellato moltissimo, e di avere sempre avuto risposte cortesi, anche se le mie domande erano spesso micidiali, visto che lo disturbavo, spesso solo dopo aver consultato senza esito 4 o 5 testi.
Apprezzavo moltissimo il fatto che se non era sicuro segnalava l’incertezza e che se non conosceva la risposta diceva chiaramente “non lo so” senza menare il can per l’aia o buttare li qualcosa di generico.
Una volta, per farmi un complimento durante una riunione disse che i miei articoli erano talmente rigorosi che quasi quasi non li correggeva più, mi spaventai moltissimo e gli raccomandai di correggerli con la massima attenzione, anzi severità, del resto col mio carattere apprensivo non potevo dire altro, inoltre una correzione del prof. Zingoni era un grande favore, non certo un’umiliazione.
Qualche volta mi rimproverava per qualche difetto come il perfezionismo. Un’occasione fu abbastanza simpatica, gli telefonai perché mi ero accorto di una piccola imprecisione su di un mio articolo e mi lagnavo del fatto che non se ne fosse avveduto; mi disse che era una bagattella e poteva andare anche così e di non esagerare con la pignoleria, aggiungendo con il suo simpatico accento toscano che non se ne sarebbe certo accorto nessuno!
Ho tratto molti insegnamenti, dalla frequentazione con Lui non solo sul piano culturale ma anche sul “modus operandi”.
Concludo dicendo che senza alcun dubbio molte persone del nostro ambiente, oltre al sottoscritto, gli devono molto.
Ricordiamolo con affetto, stima e gratitudine.
Giovanni Canali
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