Accoppiamento intenso x intenso

Inviato da Canali Giovanni il Sab, 28/05/2011 - 22:44

Domanda: Sono un allevatore in erba e sto facendo le prime esperienze. Ho sentito dire e ho anche letto che l’intenso è un carattere letale e che accoppiando intenso per intenso si ha, oltre che mortalità, anche riduzione della taglia. Ho anche sentito che è meglio usare il maschio intenso e la femmina brinata. L’anno scorso un maschio giallo brinato si è rivelato sterile, così ho dovuto accoppiare intenso x intenso poiché non ne avevo un altro brinato.
Mi aspettavo un mezzo disastro, invece ho avuto quattro buoni intensi tre discreti brinati, due intensi doppio fattore (si dice così?), non ho avuto mortalità né prima ne dopo la nascita, solo un uovo chiaro.
Inoltre ho visto che i doppi fattori sono piccoli, ma gli intensi normali sono di taglia giusta, come i genitori, anzi uno è un po’ più grosso, i brinati sono più grossi dei genitori.
A questo punto mi chiedo se sia un caso, ma a casa di un mio amico ho visto che anche quest’anno le cose, con una coppia di intensi vanno come è successo a me, più o meno, anche se i piccoli sono ancora novelli.
Ora le chiedo come stanno le cose? Perché alcuni mi dicono che è strano altri che è possibile.
Grazie per la risposta in anticipo.

Risposta:

Gentile giovane allevatore, in effetti sul fattore intenso si sono dette molte cose errate, anche gravemente errate.
L’intenso non è affatto letale ma solo sub letale. I soggetti omozigoti non muoiono nel guscio ma sono vivi e vegeti ancorché striminziti.
Vi sono anche degli autori che cadendo in contraddizione con se stessi parlano di letale e poi descrivono le caratteristiche dell’omozigote vivente!
Il termine corretto è omozigote, ma le espressioni doppio intenso o intenso doppio fattore sono nell’uso ed accettabili.
La mutazione intenso ha la caratteristica di ridurre le produzioni cutanee vale a dire: becco, squame, unghie, e segnatamente penne.
Non è esatto dire, come molti ancora fanno, che il piumaggio dell’intenso sia più corto, anche se può perdere qualcosa in lunghezza, in realtà è soprattutto più stretto. In effetti a ridursi accorciandosi sono le barbe così il piumaggio si restringe, la rachide è invariata, l’accorciamento è dato dalle barbe situate in punta.
Questo concetto è stato spiegato molto bene dal prof. Zingoni, il cui testo “Canaricoltura” ed. FOI (reperibile presso la medesima) costituisce un pilastro della cultura legata all’allevamento del canarino
Il termine intenso deriva dal fatto che i carotenoidi sono più concentrati creando un colore più intenso, inoltre la brinatura scompare, in tutto o in parte, poiché si ha saturazione della penna ad opera dei carotenoidi.
In canaricoltura l’unico fattore letale è il bianco dominante. Neppure il ciuffo è letale ma sub letale, contrariamente a quanto si sosteneva e come il prof, Zingoni ha dimostrato.
Chi avesse perplessità può pensare ai gibber italicus dove si accoppia regolarmente intenso omozigote x intenso omozigote eppure la razza non si estingue.
Se si ha mortalità accoppiando intenso x intenso non bisogna perdere tempo ad imprecare ai geni, come il manzoniano don Ferrante imprecava alle stelle, ma bisogna rivolgersi al veterinario per individuare la patologia in atto.
Anche l’affermazione che vi sia una riduzione della taglia accoppiando in purezza intenso x intenso, è del tutto errata. Questo l’ho spiegato io nelle mie pubblicazioni come nel testo “I colori nel canarino” ed FOI.
I soggetti che nascono da tale accoppiamento sono a taglia ridotta solo se sono omozigoti, per l’esasperazione degli effetti sulle produzioni cutanee, gli intensi eterozigoti sono più o meno come i genitori, i brinati sono brinati sostanzialmente normali (quindi più grandi per piumaggio più abbondante), anzi noto qualche eccesso, analogo a quelli che nascono dall’accoppiamento in purezza fra brinati.
Ho segnalato anch’io di avere ottenuto intensi eterozigoti più grandi dei genitori, in un caso anche in misura notevole.
Si tratta delle normali ricombinazioni genetiche che si hanno per caratteri poligenici, come appunto la taglia, che possono comportare la nascita di soggetti più o meno simili ai genitori, nel nostro caso, con qualche individuo più piccolo o più grande o uguale ai genitori stessi.
Nelle razze di forma e posizione c’è chi pensa di ridurre la teglia accoppiando in purezza gli intensi e magari poi afferma di esserci riuscito; in realtà questi allevatori hanno accoppiato fra di loro intensi di piccola taglia e i risultati buoni, non dipendono dal fatto di avere accoppiato intensi, ma bensì soggetti piccoli. Se avessero accoppiato fra di loro soggetti piccoli anche incrociando intensi e brinati i risultati sarebbero stati gli stessi.
Nei già citati gibber italicus ove si accoppia l’intenso sempre in purezza addirittura omozigote, bisogna selezionare i più piccoli per evitare eccessi di taglia!
Il parere di molti, che anche lei ha sentito, di accoppiare maschio intenso x femmina brinata non lo condivido.
In teoria lo si potrebbe sostenere considerando che il piumaggio della femmina brinata, essendo più folto, dovrebbe favorire la cova. In realtà non ho mai notato differenze oggettive nei risultati in tal senso.
Ho notato invece che usando la femmina intensa i risultati, a livello di categoria, cioè intenso e brinato, sembrano sia pure molto leggermente migliori. Intendiamoci è solo una tendenza e non vi è nulla di sostanziale; va benissimo anche l’accoppiamento inverso, tuttavia qualcosa di minimamente migliore, a mio parere c’è.
Se desidera approfondire la selezione delle categorie e la loro espressione la rimando al mio testo ove tali argomenti sono trattati nel modo più ampio ed approfondito.
Gradisca cordiali saluti.

Giovanni Canali