
Un giovane allevatore e visitatore del sito mi ha rivolto una domanda, che riporto di seguito, in merito all'accoppiamento "bruno x isabella" alla quale rispondo volentieri sperando che sia utile a chiarire qualche dubbio anche ad altri appassionati:
- Perché si dice di non accoppiare bruno x isabella quando si precisa che l’isabella è un bruno diluito?
È uno degli accoppiamenti peggiori in assoluto. È vero che l’isabella è un bruno diluito, vale a dire l’interazione di agata + bruno, ma proprio poiché diluito la sua selezione è opposta, sotto un aspetto fondamentale a quella degli ossidati.
Gli ossidati sono i neri e i bruni, i diluiti gli agata (nero diluito) e gli isabella (bruno diluito).
Negli ossidati si ricerca la massima espressione delle melanine, anche se oggi, in seguito ad una decisione errata, nei neri si combatte la presenza di feomelanina, mentre nei diluiti si ricerca la massima diluizione.
Non si equivochi però, massima diluizione, non significa sempre minima espressione di melanina, nella eumelanina significa che, pur bene espressa deve essere ridotta. Il disegno che negli ossidati si ricerca lungo e largo, nei diluiti deve essere concentrato a chicco di riso. Si precisa che, negli agata deve esserci la massima concentrazione del nero, quindi non un nero sbiadito per scarsità, ma un nero brillante ancorché ridotto dalla diluizione. In altri termini l’agata non è un brutto nero, ma un ottimo nero fortemente modificato, allo stesso modo l’isabella non è un brutto bruno ma un ottimo bruno fortemente modificato.
Negli isabella il bruno eumelaninico sempre a chicco di riso, diventa color nocciola, comunque più scuro di quello feomelaninico color caffelatte dal quale si differenzia. Nelle feomelanine la diluizione, invece produce l’effetto più forte e riduttivo, se ne ricerca la massima diluizione, questa volta si, corrispondente alla minima presenza. Nelle penne forti si notano aloni chiari denominati “mandorle”. Anche nelle tectrici è presente lo stesso fenomeno, anche se meno evidente per le diverse condizioni delle penne , più ridotte di dimensioni.
Il bruno come ossidato deve essere dotato di disegno lungo e largo con ottima espressione feomelaninica in periferia. Nell’isabella il disegno, al contrario, come dicevamo a chicco di riso e minima feomelanina. Insomma il tipo di disegno dell’isabella corrisponde a quello dell’agata in versione bruna. Appare evidente che la linea selettiva dell’isabella corrisponde a quella dell’agata di conseguenza è ottimo l’accoppiamento con l’agata, utile a mantenere un buon disegno, pessimo quello con neri o bruni poiché le linee selettive sono opposte. Se si mescolano si hanno soggetti atipici, ossidati poco ossidati e diluiti poco diluiti. Vale a dire ossidati con disegno discontinuo e non sufficientemente ampio, diluiti con disegno lungo non concentrato, cioè non sottile ma largo e con evidente feomelanina.
In comune ossidati e diluiti hanno nell’ottima espressione un disegno (ancorché diverso) completo in ogni sua parte, ad esempio la carenza di fianchi è un difetto in tutti e quattro i tipi base. Non appaia così ovvio, tanti anni fa, nei primissimi criteri di giudizio, l’isabella era previsto senza fianchi, errore gravissimo poi corretto, probabilmente derivava da una concezione eccessiva del concetto di diluizione.
Cordialmente Giovanni Canali
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