La mutazione avorio

Inviato da Canali Giovanni il Ven, 12/03/2010 - 00:20

L’avorio è una mutazione recessiva e legata al sesso, comporta la diluizione, almeno come impressione visiva dei carotenoidi.
Il nome deriva dal fatto che i primi avorio derivavano da gialli dorati e in effetti quando l’avorio agisce su di una base dorata si ha un giallo ridotto che ricorda la tonalità dell’avorio.
Da studi effettuati pare che i carotenoidi vengano relegati negli strati più profondi della penna, che secondo alcuni sarebbe anche più cheratinizzata, pertanto si parla anche di colore strutturale.
Non avendo a disposizione studi certi, non sono in grado di fare una valutazione certa.
Non vi sono dubbi sul fatto che i carotenoidi siano più profondi, tuttavia ritengo non si possa escludere che vi sia anche una riduzione quantitativa dei carotenoidi stessi, anzi lo ritengo molto probabile.
Ho spiegato da cosa derivi il nome avorio, ma devo aggiungere che è diventato subito abbastanza improprio; infatti i gialli e di conseguenza gli avorio vengono selezionati, con fattore strutturale di diffusione della luce che conferisce tonalità verdognola denominata limone. La conseguenza è che l’avorio diventa un giallo chiaro che conserva la tonalità verdognola, quindi un limone diluito, non già avorio come accade su base dorata.
Quando interagisce con il rosso si ha una tonalità rosa, che nei soggetti migliori assume una tonalità che ho paragonato a quella del fiore di pesco.
Qualche anno fa si classificava come avorio e avorio rosa, oggi si è optato per giallo avorio e rosso avorio.
Una scelta che ha pro e contro sulla quale si potrebbe discutere a lungo, rilevando anche la contraddittorietà dell’avorio associato a colori incompatibili, ma non mi sembra il caso di farlo in questa sede.
Il comportamento, genetico come anticipato è recessivo e legato al sesso, io ho sostenuto ad espressività variabile ma con penetranza completa.
Che sia recessivo e legato al sesso è fuor di dubbio, quello che potrebbe essere discutibile sarebbe la mia tesi dell’espressività variabile, ma nessuno l’ha mai contestata, del resto le argomentazioni che ho portato sono solide.
L’avorio può esprimersi in varie gradazioni, ci sono dei gialli avorio così poco diluiti che si possono confondere con dei gialli e pure dei rossi avorio che si possono confondere coi rossi. Esiste anche la situazione inversa, vi sono dei soggetti giallo avorio così diluiti da confondersi con dei bianchi, non ho mai visto rossi avorio altrettanto deboli.
Secondo me l’insufficiente diluizione va interpretata come scarsa espressione del carattere, mentre l’espressione tale da far pensare ad un bianco ritengo sia un eccesso e da considerare ipertipica.
Le diverse espressioni di un carattere possono avere tre spiegazioni: multifattorialità, effetto additivo di geni modificatori ed espressività variabile.
Nel nostro caso si può facilmente escludere la multifattorialità, visto che non possono essere coinvolti più geni, poiché l’avorio deriva da una mutazione su di un singolo gene.
Ritengo si possa ritenere improbabile anche l’effetto di geni modificatori, poiché l’espressione del carattere avorio non è selezionabile se non in scarsa misura e vi è spazio per l’imprevedibilità. Accade che accoppiando, ad esempio un giallo avorio maschio con una gialla non imparentata con gli avorio si abbiano facilmente ottimi risultati, mentre ci si dovrebbe attendere un esito scarso, come quando si accoppia un pastello ali grigie con un classico non imparentato.
Vero è che si potrebbe ipotizzare la presenza di geni modificatori legati al sesso, ma negli accoppiamenti successivi si rileva come l’ottima espressione non richieda selezioni accurate, si direbbe che l’ottima espressione sia favorita dall’accoppiamento misto in quanto tale.
Accoppiando in purezza anche soggetti ottimi è abbastanza facile specialmente insistendo, avere una perdita di tipicità verso la carenza espressiva, nel senso che c’è la tendenza a caricare la tinta, cioè verso il giallo o il rosso. Con l’accoppiamento misto è difficile avere carenze di espressione, nel mio allevamento ricordo un solo caso del genere.
Di conseguenza pur non escludendo l’intervento di geni modificatori, che dovrebbero essere legati al sesso, a differenza di tutti gli altri casi noti, ritengo molto più probabile l’espressività variabile.
Ricordo che l’espressività variabile si ritiene prodotta da interferenze dell’ambiente sul gene, ove per ambiente si intende sia l’ambiente esterno che quello interno, inteso come genoma nel suo complesso, nei nostri allevamenti ritengo si possa pensare essenzialmente a quest’ultimo.
Va anche detto che se pensassimo a fenomeni additivi di geni modificatori dovremmo pensare ai soggetti simili ai bianchi come ai più tipici e non a soggetti ipertipici. Questo aspetto ci creerebbe grossi interrogativi, tuttavia l’esperienza conforta la tesi dell’espressività variabile.
Dal punto di vista estetico l’avorio è molto apprezzato, naturalmente sotto questo aspetto i gusti personali non si discutono, tuttavia credo diventi difficile non apprezzare la delicatezza del tenue giallo limone del giallo avorio o del rosa pesco del rosso avorio. Va anche segnalato che questa varietà si sposa benissimo con molti tipi melaninici creando effetti deliziosi, basta pensare all’opale, in particolare all’agata opale rosso avorio che somigliando ad un fiore di pesco a striature azzurre raggiunge un livello davvero eccelso.
Devo segnalare, un aspetto particolare e cioè che la base avorio, mette in evidenza le feomelanine brune venendo a costituire un apparente vantaggio per i tipi ove sono un pregio ad es. i bruni e uno svantaggio per quelli ove sono un difetto ad es. gli agata. La situazione è del tutto analoga a quella del fondo bianco che si verifica quando intervengono le mutazioni bianco dominante o bianco recessivo.
Nella valutazione si tenga conto di questo aspetto, per non farsi ingannare da difetti o pregi solo apparenti.
Un altro fatto di differenza in parte apparente è il dimorfismo sessuale, dico in parte apparente poiché differenze ci sono, questa volta vere, non costituiscono però vero difetto o pregio in quanto prodotte dal dimorfismo sessuale stesso (fatti ormonali) e non da differenze genetiche. Nelle femmine l’espressione dell’avorio è favorita dalla minore espressione dei carotenoidi, più deboli nella femmina già nella forma selvatica.
Le femmine avorio rispetto ai maschi hanno tinte più delicate che le favoriscono; infatti le rosso avorio, spesso esprimono una delicatezza di rosa che le rende più affascinanti dei maschi, anche le giallo avorio hanno una delicatezza di giallo avorio maggiore dei maschi.
Un fenomeno analogo lo si trova nei gialli ove l’espressione limone è favorita nelle femmine (meno cariche di pigmento) ed anche le avorio gialle oltre che più diluite appaiono più limone dei maschi, anche se questo aspetto è un poco meno evidente rispetto ai gialli.
Anche queste circostanze vanno considerate per non fare valutazioni errate.
Un aspetto particolare ulteriore è che nel giallo avorio, difetti di tonalità limone prodotta da strutture della penna, sono molto meno rilevabili rispetto ai gialli.
Nei gialli le carenze del fenomeno strutturale diffusivo sono facilmente rilevabili e si palesano come dorature più o meno rilevanti. Analoga situazione nel giallo avorio provoca effetti di colore veramente avorio o se vogliamo crema, che però sono molto meno rilevabili delle dorature a cui corrispondono e accade che moltissimi soggetti carenti appaiano ottimi pur non essendo tali.
Questa caratteristica rende il difetto della scarsa diffusione strutturale subdolo e ingannevole, per questo ho sempre suggerito attenzioni particolari, consigliando esami accuratissimi, anche con confronto alla mano dei possibili riproduttori giallo avorio.
La ragione di questo fenomeno ritengo sia da ricercare nel fatto che i lipocromo più profondi e probabilmente ridotti abbisognino di minori strutture diffusive per avere l’effetto verdognolo a buoni o ottimi livelli.
Ovviamente l’attenzione estrema consigliata serve più a tutelare i fratelli gialli, che non gli avorio stessi cui comunque giova.
Nel rosso avorio carenze di pigmenti rossi producono effetti tendenti al crema, non difficili da cogliere, in modo analogo alle componenti gialle dei rossi.
Oggi non lo si sente dire quasi più, ma ritengo di ribadirlo poiché fondamentale, i rosso avorio non sono meno rossi e non devono essere meno rossi dei rossi, semplicemente presentano un rosso diluito con i meccanismi già spiegati. Un rosso avorio che tende al rosso, non è troppo rosso, ma solo di scarsa espressione avorio, non è affatto la stessa cosa!
Nei rossi avorio si ricerca la migliore espressione sia del rosso che deve essere al massimo sia dell’avorio che deve esprimersi al meglio, apparentemente diluendo il forte rosso.
Sulla selezione dell’avorio credo di avere già detto tutto, si esprime in modo abbastanza variabile, ottimo metodo è l’accoppiamento misto con gialli o rossi a seconda se si tratta di avorio a fattore giallo o rosso.
Si può accoppiare il maschio avorio con femmina gialla, va benissimo ma c’è lo svantaggio di avere solo femmine avorio, preferisco consigliare come accoppiamento ottimale, maschio portatore con femmina avorio. Questo al fine di avere avorio di entrambi i sessi.
Naturalmente se vorremo avere maschi avorio da un maschio avorio dovremo accoppiare in purezza avorio x avorio, può andare più o meno bene, ma anche se va bene ritengo preferibile non insistere troppo. Lo stesso discorso vale per i fattori rossi.
Una osservazione particolare: l’interazione dell’avorio col bianco dominante cancella le soffusioni rendendo il soggetto superficialmente del tutto simile ad un bianco recessivo, tuttavia la pelle rimane normale e l’esame alla mano consente di distinguerlo.
Un ultima considerazione, ogni tanto si sente dire che l’avorio possa fare danni o vantaggi se inserito in ceppi di gialli o di rossi; sono tutte storie del tutto infondate, l’avorio fa danni se brutto e vantaggi se è bello, in altri termini non cambia nulla rispetto ad un giallo o ad un rosso.
Un certo rischio c’è solo per l’inserimento nei ceppi di gialli, ma solo perché nell’avorio si fatica a rilevare le carenze diffusive strutturali, come già spiegato, se il soggetto è veramente e non solo apparentemente bello non c’è nessun problema; si tratta di valutare con vere attenzione e competenza.
Giovanni Canali