Il concetto di categoria è molto presente fra gli allevatori del Canarino, quasi del tutto sconosciuto nelle altre specializzazioni. Non che nelle altre specie non vi sia la categoria, ma non avendo subito mutazioni viene spesso ignorata.
Il Canarino selvatico è Brinato, vale a dire che il pigmento lipocromico non raggiunge l’apice delle penne tectrici che rimane biancastro, una sorta di lunetta.
Questo biancastro ha fatto pensare a cristalli di brina, da qui il nome. Va ben precisato che vi sono zone ove la brinatura non esiste, sono la maschera facciale, il codione e le cosiddette spalline, ove sono interessate le piccole copritrici.Queste zone essendo dotate di una maggiore concentrazione di lipocromo sono chiamate zone di elezione e descritte come intense. Si faccia molta attenzione però, questa intensità non va confusa con un’altra categoria, l’Intenso. Questo perché la struttura della penna dei brinati, anche nelle zone di elezione descritte come intese, è normale, a differenza della forma mutata Intenso ove è anomala, come vedremo.
Il canarino selvatico ha una brinatura piuttosto abbondante, che si addensa in alcune zone, specialmente sul collo e nella zona ventrale.
Allo stato domestico si è deciso di selezionare una brinatura uniforme, riducendo al minimo le concentrazioni.
Fino a qualche anno or sono si voleva, giustamente, una dimensione media della brinatura, vale a dire delle lunette di cui sopra.
Poi, per via della solita deleteria esterofilia, si è optato per una brinatura fine.
La brinatura media è più bella e si può valutare meglio, ma un poco più difficile da selezionare uniforme.
La brinatura fine è meno bella, poiché meno evidente e valutabile, ma un poco più facile da selezionare come uniformità. La brinatura selezionata come fine, favorisce però, la carenza in alcune zone, come il petto, ove può appunto essere carente e talvolta quasi assente, il che è difetto.
La brinatura può essere anche eccessiva e questo è considerato difetto, speso se è eccessiva è anche concentrata in alcune zone, segnatamente collare e ventre e questo è ulteriore difetto. La concentrazione nelle zone suddette è difetto anche se non vi è eccesso di brinatura generalizzato.
Quando i difetti suddetti si accentuano molto il brinato diventa simile ad un brutto Mosaico (vedi oltre) questa condizione è la peggiore ipotizzabile.
Si badi che il dimorfismo sessuale incide e che le femmine sono più brinate e meno uniformi dei maschi e con zone intense minori, ciò a parità di selezione. Questo favorisce moltissimo i maschi alle esposizioni.
La selezione consiste nel scegliere i soggetti migliori da accoppiare con Intensi figli di un ottimo Brinato, e soprattutto fratelli di ottimi Brinati. Si badi che le femmine sono svantaggiate, come spiegato e quindi le valutazioni si fanno in proporzione al sesso.
La forma Brinata è recessiva nei confronti delle forme mutate Intenso e Mosaico.
Quindi l’Intenso usato deve essere portatore di Brinato, importante che sia di ottimo brinato.
Qualunque ipotesi di accoppiamento con Mosaico o anche con Intensi portatori di Mosaico, deve essere assolutamente esclusa; infatti sono linee opposte. Inoltre di Brinati non se ne avrebbero, se non nel caso di Mosaico portatore. La qualità dei brinati, così ottenuti, sarebbe pessima per accentuazione della brinatura e per la sua concentrazione.
L’accoppiamento fra brinati in natura avviene sempre, essendo il brinato forma selvatica esclusiva.
Tale accoppiamento non genera alcun problema. Allo stato domestico invece è da escludere, poiché salvo pochissime razze, produce danno; infatti la brinatura va in eccesso e si tende ad avere i lipocromi slavati.
Oltre indico una mia spiegazione teorica del fenomeno, in effetti molto strano e mai segnalato in nessun’altra specie.
La mutazione Intenso, è dominante, sub letale e ad espressività variabile, autosomica, forse, ma la cosa è dubbia con geni modificatori, comporta l’accorciamento delle barbe (delle penne) ed agisce anche su tutte le produzioni cutanee, vale a dire, oltre alle penne, becco, squame ed unghie . Questo comporta la concentrazione dei pigmenti nella penna, anche lipocromici e di conseguenza la cancellazione della brinatura, causa la saturazione della penna stessa.
L’espressione del carattere intenso, non è costante e vi sono soggetti che palesano maggiore o minore brinatura residua. I migliori non hanno alcuna traccia di brinatura, i peggiori possono presentare brinature diffusissime, fino a rischiare la confusione con brinati scarsi. Fra questi due estremi vi è una gamma molto ampia.
Va anche detto che il dimorfismo sessuale incide; infatti le femmine difficilmente sono pienamente intense e la brinatura residua è maggiore di quella dei maschi fratelli.
Va precisato che la brinatura, anche nei peggiori non interessa mai le zone di elezione che sono sature di lipocromo anche nei Brinati.
Le zone più interessate da brinature residue sono invece, il collare e la zona ventrale, ma possono essere anche altrove, come: nuca, dorso ecc….
Si presti attenzione al fatto che le brinature residue nell’intenso, non sono indicative su ciò che nasconde; ad esempio, la presenza di collare, non significa necessariamente che il brinato latente avrà lo stesso difetto.
Anche l’uniformità non è indice di uniformità nella categoria latente; infatti ho avuto intensi con brinatura uniforme (femmine) che portavano il mosaico, niente meno!
Gli omozigoti, detti “doppi intensi”, non presentano mai binature residue ed hanno un piumaggio molto stretto, tanto da farli apparire “striminziti”. Tale riduzione incide parimenti sulle altre produzioni cutanee.
Spesso si è detto, anche da parte mia, in passato, che l’intenso agisse anche sullo scheletro rendendo il soggetto più snello.
Ma ciò, anche se questa è l’apparenza, probabilmente non è vero. È solo la riduzione delle parti cornee che incide ed inganna, del resto sappiamo che le forme non sono tanto determinate dalla struttura scheletrica, ma piuttosto dal piumaggio.
Anche le squame della zampe riducendosi fanno apparire le zampe stesse più sottili.
Non mi è ben chiaro se le brinature residue siano strettamente ed esclusivamente collegate alla riduzione delle barbe, oppure vi sia un’espressione parzialmente indipendente. Propendo per questa seconda ipotesi, in considerazione delle osservazioni che ho effettuato.
La selezione del carattere intenso comporta la scelta degli intensi meglio espressi, vale a dire senza brinature o con poche brinature nelle femmine.
È bene che il coniuge brinato provenga da ottimi intensi.
Dall’accoppiamento misto, nascono metà intensi e metà brinati, è l’accoppiamento principe.
I doppi intensi possono essere accoppiati con brinati; da questo accoppiamento nascono tutti intensi.
È possibile accoppiare anche intenso per intenso. Da questo accoppiamento nascono metà intensi, spesso ottimi, un quarto di doppi intensi ed un quarto di brinati, questi ultimi, di solito non molto belli, poiché tendono ad andare in eccesso di brinatura quasi come quelli che provengono dall’accoppiamento fra brinati.
Se si accoppiasse un doppio intenso con un intenso nascerebbero metà intensi e metà doppi intensi. Questo accoppiamento è usato pochissimo. Va detto comunque che gli intensi eterozigoti così nati sono normali, come intensi.
La riduzione di taglia che secondo quasi tutti gli autori ci sarebbe accoppiando intenso x intenso in realtà non si verifica affatto, suggerisco di vedere altre pubblicazioni del sottoscritto, anche su questo blog.
L’intenso lo si potrebbe anche accoppiare con Mosaico. In questo caso a parità di selezione non cambia nulla, per l’intenso, né come qualità né come risultati percentuali.
L’accenno che ho fatto di espressività variabile e forse geni modificatori attiene alla circostanza che certi accoppiamenti, come quello in purezza giovano all’intenso, il che fa pensare all’espressività variabile, ma sembra esserci anche una certa selezionabilità che fa pensare ai geni modificatori.
Si nota, fra le altre cose come l’accoppiamento fra femmina intensa e maschio brinato, dia risultati che, sia pure in modo leggerissimo, sono migliori rispetto a quelli dell’inverso, a parità di selezione. Questo sia per gli intensi che per i brinati; attenzione però è una cosa minima, da non sopravvalutare, va benissimo anche l’accoppiamento inverso.
La ragione del fatto che si debba accoppiare intenso x brinato visti i risultati segnalati, in letteratura ha avuto una spiegazione solo da parte mia; si tratta di una ipotesi e non di una certezza.
Ritengo che la mutazione intenso sia paramutagenica, cioè in grado di indurre una mutazione subdola nel brinato che non corrisponde più esattamente a quello selvatico. I buoni risultati dell’accoppiamento misto, li considero un fenomeno simile a quello dell’eterosi. Concetti da approfondire su altre mie pubblicazioni specifiche.
Il Mosaico è la seconda mutazione che interessa la categoria. In un certo senso è quasi inversa all’intenso, visto che accentua la brinatura, lasciando però intatte le zone di elezione. Il comportamento genetico è dominante nei confronti del brinato ed è autosomico, probabilmente recessivo nei confronti dell’intenso.
Le diverse espressioni dipendono, in condizioni normali, da geni modificatori. Esistono però condizioni anomale ove per accoppiamenti in purezza o per linee selettive “strane” l’espressione dell’aumento della brinatura fino al biancastro ha diversa e non equilibrata natura.
Gli standard prevedono: per il maschio zone di elezione intense, vale a dire, maschera facciale spalline codione. Inoltre presenza del lipocromo con brinature sul petto. Importante che la maschera intensa comprensiva del mento sia ben staccata dalle soffusioni del petto per il collare biancastro ben evidente.
Sono previste le soffusioni ai lati del dorso, ma quasi con riluttanza, più che altro poiché non evitabili. Del resto un biancore troppo spinto ben si sa che nuoce alle zone di elezione intense.
Difetti maschili sono spesso maschere non ben espresse, con bordo non netto, rotture nella parte alta o mancanza di mento, o al contrario ciliari troppo lunghi. Soffusioni eccessive e maschera non ben divisa dal petto per carenza di collare, tracce di brinatura nelle zone di elezione.
Nella femmine sono previste: le zone di elezione intense, ciliari, spalline, codione, inoltre la carena, vale a dire una soffusione lipocromica sulla parte centrale del petto, corrispondente appunto allo sterno carenato.
Difetti sono: mancanza di ciliari e/o carena, o all’opposto, ciliari tropo lunghi o uniti sulla fronte, carena troppo ampia, soffusioni non previste; come nei maschi brinature sulle zone di elezione.
Standard troppo utopistici, soprattutto quello femminile, mai davvero avvicinabile, se non parzialmente e con toelettature.
In condizioni normali, vale a dire con accoppiamenti con intensi portatori, le spalline ed il codione sono eccellenti, ma nella femmina, si ha la naturale maschera, non i ciliari. Inoltre, con il suddetto accoppiamento, è ben difficile avere solo carena concentrata; infatti la presenza lipocromica di solito è più ampia. Nei maschi le differenze sono minori, praticamente soffusioni più ampie, con biancastro concentrato al centro del dorso, oltre che presente ai fianchi, specialmente al polpaccio e zona ventrale.
Nel complesso le femmine nate da intensi, sono equilibrate ed anche molto più belle, tuttavia non corrispondenti allo standard e quindi non competitive…..
Bisogna meditare sui danni che si possono fare imponendo standard errati, che prescindono dalla realtà, causa la non conoscenza profonda delle caratteristiche di una linea selettiva e ciò che ha di base.
Il Mosaico ha una natura affine al Brinato, in fondo ne è solo una modesta accentuazione, salvo selezione dei geni modificatori e richiederebbe l’accoppiamento con intensi, ma come sappiamo difficilmente accade.
Il rapporto del Mosaico con l’Intenso, non è certo; infatti è molto probabile che sia allelico e recessivo.
È quindi da ritenere che vi sia una serie allelica con l’intenso dominante sia sul brinato che sul mosaico e il mosaico dominante sul brinato.
Qualche piccolo dubbio però c’è ed è che il mosaico non sia allelico all’intenso ed ipostatico, l’intenso quindi potrebbe essere epistatico, vale a dire coprente sul mosaico.
Non disquisisco in questa sede su questi aspetti trattati in altre occasioni. Parto dal presupposto dell’allelicità che è molto probabile.
Si badi bene, che sul mosaico si sono commessi tanti e tali errori che la metà bastava ed avanzava. Si sappia che il vecchio mito dell’origine cardinalina è del tutto errato ed ormai obsoleto. Anche strane affermazioni di carattere legato al sesso, non hanno alcun fondamento; si basano entrambi su equivoci e generano equivoci.
Chi desse qualche credito a tesi come quelle suddette, andrebbe solo fuori strada. Ne ho parlato ampiamente in varie sedi ed occasioni, anche su questo blog.
Secondo logica, come dicevo, il mosaico andrebbe accoppiato con intensi portatori di mosaico. Ma purtroppo è ben difficile che accada poiché gli standard sono errati e per aderirvi bisogna accoppiare in purezza e addirittura seguire due linee, una per i maschi ed una per le femmine.
Il mosaico, accoppiato in purezza va incontro agli stessi problemi del brinato, cui è molto affine.
L’aumento della brinatura si ha, non solo per il sano effetto dei geni modificatori, ma anche per l’insano aumento da accoppiamento in purezza, che aumenta ulteriormente il biancastro finale che è ricercato.
Di conseguenza si fa una selezione normale a favore dei geni modificatori, ma anche un’altra associata degenerativa a favore dell’aumento di brinatura da accoppiamento in purezza.
Le zone di elezione intense, che pure sono richieste, rimangono intatte ed anzi evidenziate, se si selezionano i geni modificatori accoppiando con intensi portatori, ma vengono intaccate, con diversa rilevanza, dall’accoppiamento in purezza, come del resto accade nei brinati.
L’aspetto più grave, come anticipato, è che lo standard della femmina esige i ciliari, che in natura non esistono!
La femmina brinata, non presenta ciliari, ma una mascherina, che fra l’altro è identica a quella della mosaico, se sono equilibrate.
Tuttavia con gli accoppiamenti in purezza, il degenerativo estendersi della brinatura alle zone di elezione intense riduce la maschera andando più o meno verso i ciliari. Con un meccanismo identico fra brinata e mosaico.
Con uno sforzo selettivo straordinario, selezionando sia per il molto bianco che per le zone di elezione intense, in alcuni ceppi, perfino di linea femminile, si è riusciti, in parte a salvare l’intensità delle zone di elezione.
È un lavoro che mi ricorda quello di Penelope e che richiede spesso l’aiutino delle toelettature.
Per avere l’impossibile con strumenti normali di selezione, oltre a ricorrere a toelettature varie, gli allevatori si sono ridotti a seguire due linee: una per i maschi, con evidente maschera completa ed una per le femmine, con i ciliari. Nella linea maschile le femmine hanno la maschera più o meno accentuata e nella linea femminile i poveri maschi sono ridotti ai minimi termini con maschere basse e perfino spezzate, anche lo scudetto del petto è ridotto.
Talvolta le femmine della linea maschile, battono i maschi della linea femminile, rispetto alla maschera.
Sia chiaro che l’aumento del dimorfismo sessuale è solo apparente e tutti i discorsi sul presunto aumento sono infondati. Il mosaico evidenzia il dimorfismo, ma non l’aumenta realmente. Fra i campioni lipocromici, che vediamo in mostra, maschi e femmine non sono neanche parenti! Se lo fossero allora si che si potrebbe parlare di aumento del dimorfismo.
Questi discorsi attengono principalmente ai lipocromici, nei melaninici le situazioni sono molto diversificate a seconda dei ceppi.
Stando così le cose il metodo che sarebbe ortodosso e cioè di accoppiare intenso/mosaico x mosaico, non è praticabile.
Quanto meno nei lipocromici e quindi o si rinuncia allevando intensi e brinati o si accetta l’andazzo.
Nei melaninici il discorso potrebbe cambiare; infatti la categoria ha meno punti nella scala valori ed incide meno, inoltre non dimentichiamo che l’accoppiamento fra intenso e mosaico favorisce un buon piumaggio equilibrato, quindi meno largo di quello che si ha con l’accoppiamento in purezza e quindi nei diluiti si favorisce un disegno più sottile, il che è pregio. Inoltre in tipi ossidati molto bruni le soffusioni di lipocromo maggiori, sono abbastanza mascherate.
Ho visto soggetti del genere ottenere risultati strepitosi. Certo non è così facile e le femmine avendo la mascherina sono molto penalizzate, praticamente solo i maschi possono essere molto competitivi, con questa scelta.
Valuto ora altri aspetti importanti.
Quando con i maschi di pessima qualità ci sono dubbi di classificazione, con il brinato, si guarda il “taglio netto” sopra la zona ventrale, che da indicazione certa; infatti se c’è abbiamo un mosaico altrimenti un brinato, ancorché in entrambi i casi di scarto.
Si badi di non confondere i mosaico con pessimi bianchi dominanti, qui viene in aiuto il codione, che nei mosaico ha sempre del lipocromo e nei bianchi dominanti mai.
La selezione nelle due linee, maschile e femminile, comporta la scelta dei migliori in rapporto allo standard e per il consorte il più adatto. Per la linea maschile, femmine con maschera, ancorché molto bianche. Nella linea femminile se la femmina ha ciliari o carena deboli, maschi un po’ più dotati di maschera, comunque bassa e “scudetto”, vale a dire soffusione sul petto un poco più evidente. Altrimenti, quando la femmina ha ciliari accentuati e/o carena accentuata, maschi più ridotti di maschera e/o scudetto, ma senza esagerare, per non correre il rischio di ridurre troppo o annullare nelle figlie.
Spalline e codione, in tutti i casi, il più possibile intensi.
Come discorso generale potremmo dire che la linea del brinato e del mosaico sono opposte, la prima uniforme, la seconda a contrasto.
Giovanni Canali
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Comments
ACCOPPIAMENTO BRINATO X BRINATO
Gentilissimo,
complimenti per quest'interessante articolo, redatto con passione e competenza.
Le espongo il mio caso: posseggo quattro coppie di canarini rossi delle quali una è composta da una femmina brinata (acquistata di recente) più un maschio brinato (soggetto nato lo scorso anno da padre brinato e madre intensa). Essendo alle prime armi, leggo recentemente su vari siti di ornitologia che l'accoppiamento brinato x brinato andrebbe evitato, poiché genera cisti del piumaggio o soggetti deboli, mentre lei invece spiega che in natura il brinato si accoppia con il brinato senza alcun problema. Siccome sono semplicemente interessato ad allevare canarini a fattore rosso di buona fattura e non intendo esporre o partecipare a concorsi, mi chiedo se, al di là della perfezione del colore che mi interessa relativamente, i pulli che nasceranno dalla succitata coppia potrebbero in quale avere problemi quali lumps o debolezza. La ringrazio anticipatamente per la sua risposta e le invio un caro saluto da Lugano.
Brinato x brinato
In natura si accoppiano fra brinati, ma il brinato domestico, non corrisponde più al selvatico. Ho dissertato su questo singolarissimo aspetto, veda di verificare meglio i miei scritti, anche su questo sito.
Comunque non è esatto che la prole di due brinati domestici sia debole, i problemi sono altri. Accoppiando brinato per brinato domestico, si ha tendenza all’aumento di brinatura, indebolimento dei carotenoidi, gialli o rossi ed anomalo infoltimento del piumaggio. Tuttavia a volte il danno in prima generazione può essere modesto. L’importante è non insistere ed attenersi alla regola intenso x brinato, al fine di mantenere l’equilibrio.
C’è da sperare che la prole della sua coppia non abbia grossi danni, provveda però a fornirsi di intensi per le prossime stagioni.
Come già detto ribadisco che non ci sono effetti di debolezza generica, semmai del piumaggio. Per quanto riguarda i lumps sono una vera e propria tara ereditaria. In passato si attribuiva all’accoppiamento fra brinati ed all’eccesso di brinatura, ma non è esatto. Ci sono anche intensi con i lumps. Sono stato proprio io a confutare la vecchia tesi citando anche il caso di una canarina a doppio fattore intenso con un grosso lumps. Al massimo si può ipotizzare che l’insorgere del problema lumps sia stato favorito da abusi di accoppiamenti fra brinati praticato in Inghilterra specialmente nella razza Norwich. Di fatto le razze derivate dal norwich hanno tutte problemi di lumps, come anche il canarino di colore dopo gli assurdi meticciamenti con il gloster.
Un saluto da Parma Giovanni Canali
BRINATO X BRINATO
Grazie sentite per la risposta. Contro ogni aspettativa, 3 dei 4 pulli nati dalla succitata coppia di brinati, sono di un rosso intenso ben più marcato rispetto a quelli nati dalle altre tre coppie di intensi x brinati che, sulla carta, dovevano dare soggetti migliori. Saluti carissimi.
Nei melaninici il discorso…
Nei melaninici il discorso potrebbe cambiare; infatti la categoria ha meno punti nella scala valori ed incide meno, inoltre non dimentichiamo che l’accoppiamento fra intenso e mosaico favorisce un buon piumaggio equilibrato, quindi meno largo di quello che si ha con l’accoppiamento in purezza e quindi nei diluiti si favorisce un disegno più sottile.
Dott. Canali ...cito quello che lei ha scritto nella fantastica spiegazione suddetta....se il mosaico è brinato falsato ( diciamo ) come faccio a notare dai mosaici melaninici che allevo , un intenso ?
Nei melanconici il discorso...
Sig. Carmine, francamente temo di non aver capito bene la sua domanda.
Comunque preciso che il mosaico non è un brinato falsato, ma sostanzialmente un super brinato indotto
da una mutazione ed una selezione.
Quanto al discorso dell’intenso, si distingue bene dai mosaico anche più che dai brinati, pure nei melanici.
Solo che per avere intensi, bisogna inserirli.
Dubito comunque di aver capito bene, se vorrà potrà farmi la domanda in modo più preciso.
Cordiali saluti Giovanni Canali