Approfitto dei giorni di festa per lanciare un dibattito al quale spero che vogliano partecipare gli allevatori di canarini di colore che abitualmente frequentano il nostro sito. Non ho indirizzato direttamente il quesito al nostro massimo esperto (il nome è superfluo) anche se spero voglia intervenire, perché mi piacerebbe vedere un coinvolgimento più ampio sulle questioni che indirizzano le pratiche selettive nei nostri allevamenti.
Lo spunto di questa discussione mi viene dall’aver constatato, girando per mostre mercato e discutendone con amici, vedute diametralmente opposte alle mie in merito alle piccole pezzature che possono comparire nei canarini di colore (melaniniche nei lipocromici e viceversa).
Espongo subito il mio punto di vista: da allevatore di melaninici è un mio preciso obiettivo cercare di ripulire il mio ceppo e cercare di non inquinarlo con nuovi acquisti che presentano questo difetto (se il canarino ne è portatore non posso farci niente, ma se lo manifesta evito di portarmelo a casa). Per questo è mia abitudine scartare i canarini che presentano anche la benché minima pezzatura, e poco importa se è una sola penna o un’unghia, e non acquistare canarini che presentano questo difetto anche se sarebbero canarini interessantissimi e provengono dal più blasonato degli allevamenti. Non sono allevatore di lipocromici e mi pare che il discorso per i lipocromici sia un po’ diverso, cioè mi pare di aver letto che eliminare le pezzature da un ceppo di lipocromici sia un’utopia. Certo è che se si continuano a riprodurre dei pezzati (mi si perdoni l’esagerazione) non ci si può lamentare se poi buona parte della prole finisce per essere pezzata!
Tornando ai melaninici, io un po’ d’esperienza me la sono fatta.
Allevo agata opale rosso mosaico dal 2002 e devo dire che con questo tipo di canarino ho avuto grandi soddisfazioni (e spero che le soddisfazioni non siano finite!) ma i primi anni avevo sempre qualche soggetto con pezzature varie. Le zone maggiormente colpite erano le remiganti più esterne e i fianchi. Nel giro di pochi anni, scartando i soggetti “difettosi” e i genitori di questi, sono arrivato ad avere una ottima pulizia del ceppo. Solo durante l’anno riproduttivo 2010 ho avuto un canarino con una macchietta bianca ed era figlio di un vecchio maschio che avevo tenuto di scorta, probabile portatore del difetto. Questo giovane “difettoso” è stato voluto da un amico (al quale avevo fatto notare il particolare) e quest’anno la sua novella migliore presentava (guarda caso) due remiganti bianche.
Due anni fa ho deciso di dedicarmi agli agata opale a fattore giallo e bianco recessivo e ne ho acquistato tre coppie: il primo anno mi sono trovato con due novelli con timoniere lipocromiche. Scartato quello che ritenevo il responsabile, quest’anno ho fatto una trentina di novelli e non ne ho avuto neppure uno pezzato. Certamente non posso ancora cantare vittoria, ma se mi si ripresenteranno uccelli difettosi li scarterò e sono convinto che nel tempo gli scarti per questo particolare tenderanno allo zero.
Ho allevato anche neri e allevo tuttora neri opale e in dieci anni di neri mi è capitato un solo (UNO) novello con una timoniera bianca. Ho avuto, invece, dei neri con orlature e ho constatato che anche questo difetto si trasmette alla grande! In realtà, mi capitò un incidente di percorso che voglio raccontare per mettere in guardia i neofiti al momento dei loro acquisti (e anche qui si potrebbe aprire un nuovo dibattito).
Siamo nel 2003. Affascinato dal nero opale rosso mosaico, giro per gli stands dell’Internazionale di Reggio Emilia e decido di acquistarne una coppia presso un blasonato allevatore (ora un po’ ridimensionato rispetto a quei tempi). Scelgo la femmina opale, poi scelgo il maschio portatore che penso vada bene, ma questo allevatore ne prende un altro e tenendolo in mano mi fa notare che quest’ultimo “ha un nero più brillante” e quindi è superiore rispetto a quello da me scelto. Mi fido e accetto il consiglio; quando torno a casa mi accorgo che il maschio portatore che aveva tanto insistito per vendermi ha una zampetta quasi completamente bianca. Da quella coppia non è uscito niente di buono e i miei neri opale hanno tutt’altra provenienza! Ripensandoci, passata la rabbia, mi sono detto che COMUNQUE non avrei dovuto acquistare da quel tizio, perché oltre al mio canarino ve ne erano molti altri con pezzature diffuse, anche molto evidenti. Certamente questo allevatore non considera le pezzature un problema e voglio pensare che non abbia voluto darmi deliberatamente la fregatura, però credo che per correttezza avrebbe dovuto farmi vedere il particolare della zampa lasciando a me la decisione se acquistarlo ugualmente o no.
Chiusa questa parentesi, perché i neri che ho allevato erano “puliti” e gli agata opale no? Evidentemente perché nei neri il difetto si vede meglio, mentre nei soggetti chiari rischia di passare inosservato e spesso viene confuso con un problema di carenza di disegno (specialmente ai fianchi). Quando sorgono dei dubbi, ai fissati come me consiglio di osservare il sottopiuma (se il sottopiuma è bianco andiamo male!) o, sempre negli agata opale, nel caso delle penne forti basta vedere la faccia inferiore della penna che anche in questo caso deve essere scura e non lipocromica.
Attribuisco a questo “problema” più importanza di quanta ne meriterebbe, o forse tanti nostri amici farebbero meglio ad attribuirne un po’ di più?
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Sulle macchie
Intervengo volentieri sul tema delle macchie così come proposto da Stefano Zucchelli. Non prenderò in considerazione tutti gli aspetti, ma solo quello trattato. Degli altri solo un cenno, per chi desidera approfondire c’è il mio testo.
Preciso che il termine pezzato sarebbe bene limitarlo ai veri pezzati, quelli cioè che accoppiati fra di loro producono il 25% di melaninici, il 25% di lipocromici e il 50% di pezzati, i macchiati o comunque impuri è bene chiamarli in modo diverso.
Preferisco chiamare macchiati solo i lipocromici con macchie melaniniche, anche se non credo sia errato chiamare così anche i melaninici con piccole zone acianiche.
L’acianismo è un fenomeno assai raro così come verificato nel canarino.
Il comportamento genetico è discusso e discutibile, ho letto di alcuni genetisti inglesi che lo considerano a dominanza parziale ed espressività variabile. Non condivido questo inquadramento che pure ritengo molto vicino alla realtà, poiché penso che vi sia una multifattorialità, anche se al suo interno pare esservi un gene molto più importante degli altri a dominanza intermedia e ad espressività variabile. Proprio le zone spurie, acianiche o lipocromiche che dir si voglia che ogni tanto appaino nei melaninici ne costituiscono prova; infatti se vi fosse un solo gene con quel tipo di trasmissione ereditaria i melaninici dovrebbero essere puri e non potrebbero generare soggetti con zone spurie, acianiche.
Se, per motivi che ometto, non possiamo ipotizzare ceppi di lipocromici che non diano macchie melaniniche, possiamo invece ipotizzare ceppi di melaninici che non trasmettano zone acianiche (lipocromiche), se non altro in considerazione del fatto che i canarini selvatici sono melaninici puri.
Devo però dire di non essere a conoscenza di ceppi puri che non diano mai zone acianiche.
Per ridurre al minimo l’incidenza delle zone acianiche, ovviamente bisogna scartare dalla riproduzione i soggetti che le presentano. Nei neri ogni zona acianica è evidente, in altri tipi no; infatti le zampe chiare non consento se non in casi particolari di vedere le unghie lipocromiche.
Così come le macchie melaniniche si presentano più spesso in alcune zone anatomiche piuttosto che in altre, anche le zone acianiche riguardano alcune parti in particolare essendo rarissime se non del tutto assenti in altre.
Anzi la localizzazione delle zone acianiche è molto più netta di quelle melaniniche e con molto minori eccezioni.
Le zone più spesso interessate dalle macchie acianiche sono: le unghie, le timoniere e le remiganti, specialmente le primarie. A proposito di primarie, segnalo che hanno una vocazione lipocromica; infatti ho notato che nei pezzati veri e propri, con parti melaniniche e lipocromiche grosso modo equivalenti le remiganti primarie sono in elevata misura lipocromiche, specialmente le più esterne, mai tutte melaniniche, possono essere tutte melaniniche solo quando il pezzato è prevalentemente melaninico ed anche così fatto è raro.
Come dicevo, nei neri la selezione è più facile; unghie lipocromiche potrebbero essere notate solo in agata difettosi con unghie scure, o in bruni ottimi con zampe e unghie brunastre, ma sono osservazioni assai difficili.
In soggetti molto diluiti, ad esempio isabella opale è arduo distinguere una remigante o una timoniera lipocromica.
In ceppi di recente incrocio con soggetti lipocromici anche parziali o anche melaninici ma non selezionati, si hanno ritorni di zone acianiche molto elevate. In questi casi, talvolta le zone acianiche sono anche in zone di solito non interessate, come i fianchi. In questi caso è bene verificare anche il sotto piuma, per non confondere carenze di disegno con vere zone acianiche.
Situazioni del genere le troviamo, anche se sono molto in calo negli onice, visto che all’inizio si fecero meticci con il timbrado, fra l’altro senza ragione.
Sono un selezionatore rigoroso, ma non trovo che zone acianiche siano uno dei difetti maggiori da combattere, vi è di peggio. Ritengo sia bene scartare i soggetti con quel difetto, tuttavia non disapprovo chi fa eccezione in presenza di un soggetto di rara bellezza ma con zone acianiche. Una volta molti anni fa l’ho fatto e non me ne sono pentito, avendo ottenuto una femmina di rara bellezza, isabella pastello giallo mosaico, premiata a Reggio Emilia, una delle prime tipiche mosaico gialle melaniniche.
Non fraintendetemi però, non è bene usare soggetti con zone acianiche, il risultato ottimo di cui sopra non venne favorito dalle penne acianiche, ma avvenne nonostante ciò, per la rara bellezza e per la genetica allora rara di quel soggetto.
Dopo un buon numero di anni di selezione l’incidenza di zone acianiche diventa ben rara, moltissimo al disotto dell’incidenza delle macchie melaniniche nei lipocromici, a parità di selezione.
Da notare che non è detto che le zone spurie, sia nei lipocromici che nei melaninici vedano manifestarsi tali difetti nella stessa posizione, anzi frequentemente si spostano.
Assai difficile trovare un spiegazione, ritengo abbastanza probabile che sia riconducibile all’espressività variabile connessa all’acianismo.
Il prof. Pomarede aveva parlare di geni saltatori, riguardo le macchie melaniniche, ma il fenomeno, noto nei vegetali come il mais, è assai raro e non mi risulta sia stato segnalato negli Uccelli, la tesi quindi, pur degna di attenzione e con un suo fascino, appare molto ardita.
Si direbbe che vi siano geni secondari dell’acianismo che rimangano latenti, attenzione però non è detto che vi sia recessività, potrebbero anche esserci dominanze a penetranza ridotta ed espressività variabile.
La trasmissione delle zone acianiche, abbastanza imprevedibile, mi fa propendere per la seconda ipotesi.
Non escluderei neppure comportamenti diversi per diverse zone spurie.
Cordialmente Giovanni Canali
Sulle macchie
GRAZIE MILLE PER LA RISPOSTA TEMPESTIVA E PRECISA.
Temo di divagare, però voglio parlare di un'anomalia stranissima che mi è capitato di vedere.
Sempre nello stand in cui mi è stato rifilato il canarino con la zampa macchiata, in bella vista era presente una femmina nera portatrice di opale con una grossa macchia a livello del collo. Il fatto è che la macchia non era bianca (come ci si aspetterebbe da una femmina rosso mosaico) ma OPALE! Mi è parso molto strano, per cui mi sono soffermato a guardarla: era di un bel grigio carico e mi pareva di intravedere anche un po' di disegno. Mi è capitato di parlarne con allevatori esperti e tutti hanno risposto che la cosa è impossibile. La spiegazione più plausibile, considerato tutto, era che la luce e le particolari condizioni in cui era la canarina avessero tradito i miei occhi di neofita.
Tempo dopo mi sono imbattuto sul sito di un allevatore olandese che avevo trovato al Campionato Europeo di Cesena e in questo sito veniva mostrato, anche qui come evento estremamente curioso, un canarino bruno portatore di pheo con alcune timoniere pheo. L'immagine era molto chiara, perchè l'allevatore teneva in mano il canarino e mostrava l'anomalia aprendogli la coda a ventaglio. Non ricordo il nome dell'allevatore, ma mi ripropongo di cercarlo e linkare l'indirizzo.
Come si spiega questo fenomeno?
Chiazza opale
La macchia opale in un soggetto classico portatore non ha nulla a che fare con le zone acianiche.
Allo stesso modo mi esprimo per le timoniere phaeo.
Fanno pensare ad un fenomeno di mosaicismo naudiniano. Puoi trovarlo spiegato sul mio testo come sul sito che è poi una rivista informatica “verdi & ardesia” è l’argomento della prima domanda cui ho risposto riguardante i canarini bi colori cosiddetti “half sider”. La trovi sulla mia rubrica “quattro chiacchiere con Canali”.
Per quello che riguarda la zampa lipocromica, mi fa pensare più ad un vero pezzato che non ad un semplice soggetto macchiato.
Cordialmente Giovanni Canali
Fenomeno strano
Sono anni che non inserisco sangue nuovo tra i miei neri opale, e come ho scritto in precedenza non ho mai avuto problemi di macchie o pezzature.
L'anno scorso un amico, un nostro giovane iscritto, mi venne a chiedere dei canarini a stagione iniziata e gli diedi una coppia di neri opale che ancora non era partita a fare il nido. Dal momento che l'amico non è più interessato ad allevare canarini a fattore rosso, quest'anno mi ha riportato la coppia e io ho messo in riproduzione la femmina, portatrice, con un mio giovane maschio di buona qualità.
Alla prima covata sono nati due soli canarini, di cui un portatore e un opale, ben curati dai genitori e cresciuti in fretta. All'immissione in voliera, ho notato che entrambi hanno l'unghia del terzo dito, di entrambe le zampe, pressochè bianca.
Presi i genitori e "visitati" con cura, non ho intravisto pezzature, e soprattutto la femmina ha unghie nerissime.
Avrei potuto lasciare la coppia com'era e vedere cosa accadeva alle covate successive ma ho preferito mettere temporaneamente a riposo il maschio, anche se ho il lontano sospetto che il difetto possa derivare da fattori esterni alla genetica.
Macchie unghie
Quello che mi mette in imbarazzo è l’avverbio “pressoché”, usato per descrivere le unghie bianche, pressoché bianche.
Le unghie in oggetto sono lipocromiche o no? Se fossero lipocromiche potrei dire che ogni tanto escono in quasi tutti i ceppi. La stranezza grossa sarebbe solo nel fatto che siano apparse allo stesso modo nelle stesse dita di entrambe le zampe in entrambi i soggetti. Ma potremmo essere ancora nella casualità, anche se davvero stranissima.
C’è da chiedersi se tali unghie siano proprio lipocromiche o depigmentazioni di tipo diverso.
Le unghie lipocromiche di solito sono interamente lipocromiche, ma non posso escludere un acianismo parziale.
Se fossero depigmentazioni? Bisognerebbe capire di che genere; le depigmentazioni che riguardano il piumaggio, le famose orlature, oppure sottoforma di barrature alle penne forti, o ancora come punte all’apice sempre delle penne forti, non sono descritte come estensibili alle unghie, però non si può escludere che possa verificarsi questa estensione.
Pensare a terze ipotesi mi sembrerebbe azzardato.
Se fossero lipocromiche mi aspetterei anche penne lipocromiche nei loro eventuali fratelli o fratellastri.
Se fossero depigmentazioni, mi aspetterei depigmentazioni anche sul piumaggio come nell’ipotesi precedente.
Il fatto che la femmina abbia unghie nerissime non significa nulla; infatti sia le zone acianiche (lipocromiche) sia le depigmentazioni si trasmettono del tutto indipendentemente dall’ossidazione ed in genere dalla qualità del soggetto. Ricordo molti canarini splendidi rovinati da questi difetti.
Quindi i sospetti sulla “responsabilità” genetica delle unghie bianche devono riguardare parimenti i due genitori.
Resta da vedere i fratellastri, se usciranno e come usciranno, ed eventualmente fratelli nel caso volessi ritentare la stessa coppia.
Fattori ambientali, non genetici, non mi sembrano probabili; eventuali carenze o difficoltà metaboliche di qualche tipo, non credo potrebbero manifestarsi in modo così localizzato e simmetrico.
Mi spiace di non poter dare una risposta più precisa, ma l’argomento è uno dei più incerti e il caso uno dei più strani.
Cordiali saluti Giovanni Canali
Macchie unghie
Grazie per il parere, sempre tempestivo ed esauriente.
Ho usato "pressochè" perchè la depigmentazione dell'esemplare opale non riguarda l'unghia intera, la parte radicale è pigmentata.
Purtroppo ho altri elementi da aggiungere. Mi sono ricordato che all'uscita dal nido di questi due, le quattro uova deposte in seguito le avevo date a balia ad un'altra coppia che mi continuava a fare uova chiare, ieri ho controllato i quattro piccoli che già hanno lasciato il nido. Un piccolo è privo di macchie, due hanno la stessa depigmentazione, sempre al terzo dito, e uno oltre alle unghie ha anche una timoniera bianca. A questo punto è chiaro che si tratta di un difetto genetico, perchè la penna è inequivocabilmente bianca.
Mi colpisce la frequenza dei canarini difettosi, te li farei vedere volentieri.