Innanzi tutto faccio i complimenti a Sandro Lampredi per essere riuscito a ristrutturare il nostro sito Internet dotando l'A.D.O.P. di uno strumento moderno e dinamico. Ora che c'è il contenitore, sta a noi cercare di riempirlo di contenuti e sfruttare questo strumento per approfondire tecniche di allevamento e concetti di selezione, coinvolgendo i nostri esperti e chiunque si voglia inserire costruttivamente e con cognizione di causa nella discussione dei vari temi trattati. Inizio chiedendo ad uno dei nostri massimi esperti, il dr. Canali, alcuni chiarimenti su teorie di selezione da attuare nell'allevamento dei canarini di colore, nel caso specifico per fugare alcuni dubbi che mi sono sorti in occasione di letture recenti.
Premetto di avere iniziato a "far sul serio" coi canarini di colore solo dal 2001, e quindi sono consapevole di aver ancora tanta strada da fare. Nel mio piccolo allevamento amatoriale ho Agata opale rosso mosaico, Bruno opale rosso mosaico e giallo mosaico, Nero opale rosso mosaico e Nero opale bianco recessivo e a fattore giallo. Per motivi di spazio, da quest'anno ho deciso di abbandonare i Bruno opale giallo mosaico e i Nero opale a fattore bianco e giallo, concentrandomi sull'allevamento di tre soli tipi di canarini. Comunque sia, è assodata la mia passione per i canarini opale, soprattutto di categoria mosaico.
In merito al Bruno opale rosso mosaico, ho letto con attenzione l'articolo pubblicato nel numero di Giugno-Luglio 2009 di Italia Ornitologica, scritto da un Giudice Internazionale. Devo ammettere di averlo letto passo-passo ripetute volte, per il timore di fraintendere i concetti in esso contenuti, e di essere rimasto un po' perplesso su diversi aspetti.
Vorrei pertanto chiedere a Canali la sua opinione sulle teorie espresse in quest'articolo, che sicuramente avrà già letto, confidando nella Sua infinita pazienza e nella sua passione verso l'attività didattica. Per semplicità, procedo per punti:
PUNTO 1: L'autore mette in relazione le soffusioni lipocromiche sul dorso dei canarini Bruno opale rosso mosaico con la mancanza di feo di fondo. In poche parole, dalla lettura capisco che riducendo la feomelanina il dorso dei canarini (maschi, si presume) apparirà in modo quasi automatico sporcato dalle soffusioni lipocromiche. Ammesso che sia corretta la terminologia "feo di fondo", vorrei chiedere a Canali se condivide questa teoria, e cioè se anch'egli ritiene che la feomelanina, già ridotta dall'azione della mutazione opale, sia in grado di mascherare le soffusioni lipocromiche, o se invece possa avvenire il contrario, cioè che la soffusione rossa comprometta l'azzurro dell'espressione opale (cosa che noto molto bene negli Agata opale rosso mosaico).
PUNTO 2: Se di soffusioni lipocromiche si tratta, è ovvio che queste dipendano dalla categoria mosaico e non dal tipo. Mi verrebbe allora da chiedere quale consiglio in tal senso poter dare a chi come me alleva anche Agata opale rosso mosaico. Dal momento che questi articoli debbono servire soprattutto ai "principianti", i quali ovviamente sono a maggior rischio di fraintendimento e confusione, cosa succederebbe se qualcuno ritenesse di applicare il consiglio dell'autore al proprio allevamento di agata, per i quali sappiamo che la feomelanina deve essere ridotta al massimo. Non conviene forse pretendere un po' meno in fatto di estensione delle zone di elezione, sempre tenendo d'occhio il piumaggio, e selezionare la categoria in modo che queste soffusioni non vi siano ?
PUNTO 3: Esistono maschi senza soffusioni lipocromiche apparenti al dorso e con zone di elezione intense, a volte addirittura difettose in eccesso (in particolare per la manifestazione delle briglie). La presenza di questi soggetti può portare alla considerazione che la dislocazione del lipocromo nel canarino mosaico sia influenzata da variabili genetiche (mi si perdonino terminologie tecniche inappropriate) e che quindi ogni caratteristica (maschera, spalline, codione, dorso, fianchi, carena e ciliare nelle femmine ecc.) debba essere tenuta sotto controllo ed eventualmente corretta singolarmente? Questo mio sospetto viene anche dal fatto che, specialmente nei maschi, è frequente vedere soggetti che difettano per un solo particolare (maschere spezzate nonostante le spalline intense, fianchi soffusi nonostante maschere piuttosto basse, spalline corrette e mancanza di lipocromo sotto il mento, ecc.)
PUNTO 4: Premetto che per me il Bruno opale è un tipo praticamente nuovo, e chiedo a Canali qual è la quantità ottimale di feomelanina che dovrebbe avere il Bruno opale attuale. Anche qui mi pare che ci sia ancora un po' di confusione. Al Campionato Europeo di Cesena si è aggiudicato il titolo un canarino di provenienza olandese praticamente privo di feomelanina (e senza soffusioni sul dorso) e ho notato lo sconcerto di molti allevatori esperti in questo tipo, secondo i quali il canarino non meritava di vincere proprio perché le interstrie erano bianche. Chiedo poi se un canarino col dorso largo (e con conseguente disegno ben largo) è da preferire ai canarini che forse impropriamente definiamo intensivi, con struttura longilinea e disegno stretto, seppure continuo, lungo e ben allineato.
PUNTO 5: Tornando all'articolo, l'autore afferma di "dosare" l'effetto azzurro ricorrendo a sporadici accoppiamenti tra nero opale e bruno opale. Mi risulta che nel canarino opale l'opalescenza debba essere ricercata nella sua massima espressione e sinceramente è la prima volta che sento che un canarino opale possa essere troppo azzurro. Torno a ripetere, perché sacrificare la peculiarità principale del canarino per correggere un difetto di categoria, che poi a ben vedere secondo lo standard attuale della categoria mosaico non è neppure difetto?
L'accoppiamento col nero migliora il piumaggio. E' questo che favorisce l'opalescenza oppure l'incremento di melanina (come pare sostenere l'autore)? In generale, l'accoppiamento nero x bruno comporta una maggiore espressione melaninica dei bruni?
Mi è anche tornato alla mente il capitolo del libro "I colori nel canarino" relativo al Bruno opale, in cui sta scritto che nel bruno la mutazione opale agisce sempre allo stesso modo, senza variabili. Chiedo a Canali se questo è tuttora valido o se valeva per i bruno opale vecchio tipo, in cui di azzurro se ne vedeva ben poco. Osservo infatti che, specialmente nelle femmine bruno opale giallo mosaico, è abbastanza frequente vedere scarsa opalescenza e una tonalità complessiva che vira al color caffelatte anziché al grigio azzurrino.
PUNTO 6: Per finire, mi preme tornare sulle soffusioni al dorso dei maschi, perché mi pare che lo standard crei qualche confusione, o che comunque non sia più adeguato. Sappiamo infatti che l'attuale standard della categoria mosaico consideri ancora OTTIMO il maschio che manifesta lievi soffusioni lipocromiche sul dorso e leggendo il recentissimo "Grande atlante del Canarino di Colore", edizioni Alcedo, troviamo ancora che sul dorso del canarino mosaico maschio sono tollerate lievi soffusioni lipocromiche. Di fatto, soprattutto quando esse riguardano canarini a fattore rosso, comportano forti penalizzazioni e tutti, allevatori e giudici, sembrano concordi nel ritenere che il dorso debba essere pulito.
Allo stesso modo, senza far polemiche, vorrei chiedere quante volte abbia visto, tra i canarini esposti alle mostre, attribuita l'insufficienza nella voce categoria a femmine prive di carena. Certamente poche. Capita, nei melaninici, che risultino vincitrici femmine nelle quali a stento si intravede la spallina; al contrario, ciliari leggermente abbondanti vengono in genere castigati impietosamente.
Quanto alle soffusioni, è innegabile che in alcuni tipi di canarino queste compromettano fortemente l'espressione del tipo e specialmente quando il giudice si affida al colpo d'occhio un canarino con soffusioni sul dorso non può essere vincente. Nell'Agata opale, la soffusione rossa sul dorso fa perdere luminosità e maschera l'effetto azzurro complessivo, ma se tenesse fede allo standard, il giudice dovrebbe considerare l'azione inibente del lipocromo evitando di penalizzare il tipo e spesso vincerebbe il soggetto soffuso, in quanto di solito ha disegno più fine.
Non sarebbe il caso di adeguare lo standard?
Sono certo che le risposte del nostro esperto non si faranno attendere a lungo e confido nella Sua pazienza (e clemenza) sperando di aver fatto da apripista per ulteriori confronti e discussioni costruttive.
Stefano Zucchelli
- Accedi per poter commentare
Comments
Risposta
L'articolo in oggetto sembra molto adatto a produrre confusione, poiché contiene sia osservazioni corrette che errate.
Punto 1: Il fondo è lipocromico (quando il lipocromo c'è), parlare di feo di fondo è espressione molto usata ma errata. La differenza fra feo e lipocromi ad un occhio esperto è chiara, ad uno meno esperto no. La feo deve localizzarsi in periferia se si crea una patina è un difetto dovuto non ad un eccesso di feo ma a carenze di disegno che le consentono di creare una patina.
Ricordo che una pessima decisione recente considera la feo un difetto sempre anche se ben localizzata in periferia, causa le idee confuse di certi tecnici che confondono cose diverse come la riflessione della luce sulle diverse melanine.
Qualche presenza di lipocromo sul dorso dei maschi mosaico è del tutto normale, la si nota e accetta anche nei lipocromici che sono ben più selezionati come mosaico. Ben inteso purché non eccessive.
Se persone con poco occhio, poi possono confondere lipocromi e feo pensando ad un migliore mosaico (non tale, l'assenza completa di soffusioni indicherebbe un eccesso) è un fatto appunto di confusione.
Non è affatto vero che le soffusioni rosse danneggino l'azzurro, anzi la presenza di lipocromi è indispensabile (nei fondi bianchi non c'è azzurro) semmai vi può essere un inganno ottico per il fatto che il disegno sul biancastro del mosaico si staglia meglio, sia nei bruni che negli agata. Non fermiamoci alla prima apparenza!
PUNTO 2: praticamente ho già risposto le soffusioni sono necessarie nei limiti previsti dallo standard; mai sacrificare l'intensità delle zone di elezione! Sarebbe l'anticamera della degenerazione. Non trasportare un discorso sbagliato sul bruno opale all'agata opale.
PUNTO 3: non ho mai visto soggetti con zone di elezione veramente intense senza qualche soffusione sul dorso, fai più attenzione. Le soffusioni in eccesso non sempre sono associate ad intensità. Per il resto la questione è molto complessa e non affrontabile in breve, ti rimando al mio testo. Mi limito a ricordarti che le difficoltà sono tali che si seguono due linee una per i maschi e una per le femmine, almeno nei lipocromici, si pretende troppo dal mosaico.
PUNTO 4: Ho già anticipato che una pessima decisione recente non prevede feo, un tempo, correttamente si voleva la massima espressione feo, come logico in un bruno, ma ben localizzata in periferia. Molti selezionano canarini a piumaggio largo per avere disegno largo, ma è un espediente, pericoloso per il piumaggio stesso. I cosiddetti intensivi non hanno nulla a che fare con l'intenso, sono solo soggetti equilibrati. Sono certamente i più pregevoli e nei migliori si possono avere ottimi disegni nei limiti della natura.
PUNTO 5: L'azzurro non va dosato ma ricercato al massimo. I nero-bruni servono a mantenere il disegno lungo e largo e di maggiore tono eumelaninico, non altro (se sono ottimi s'intende) andrebbero anche bene e forse meglio i portatori, ma i bruni opale sarebbero la metà (25%) rispetto a quelli ottenuti con nero-bruni opale. Il discorso suddetto vale solo se si usano ottimi nero-bruni altrimenti ovviamente no. Le femmine sono meno disegnate solo per ragione del dimorfismo sessuale. L'accoppiamento in purezza nei neri opale è da evitare per danni al piumaggio e minore effetto azzurro, nei bruni non si presenta lo stesso fenomeno ritengo, per una maggiore vulnerabilità dell'eumelanina bruna che probabilmente ha granuli più ridotti e leggeri (ti ricordo che i danni al piumaggio nel nero opale, si ritiene siano prodotti dal peso delle melanine spostate nella pagina inferiore della penna).
Non parlare di bruno opale vecchio tipo, i grandi allevatori anche molti anni or sono avevano ottimi canarini semmai oggi sono più diffusi.
PUNTO 6: Le soffusioni sul dorso devono rimanere, altrimenti si imbocca una pessima via che sarebbe ancor più degenerativa, per non parlare delle toelettature ancor più esagerate, i rossi mosaico sono dei rossi, non dei brutti bianchi. I giudici più sensibili fra un femmina senza mascherina ma scarsa di spalline e una con mascherina ma belle spalline visto il contesto, caso per caso, in linea di massima preferiscono quella con spalline, se non altro per non incoraggiare degenerazioni, naturalmente non manca chi si fa troppo incantare dal bianco.
Non concordo affatto che le soffusioni sul dorso compromettano la luminosità ho già spiegato che bisogna guardare con attenzione, senza farsi troppo influenzare dalla prima impressione.
Cordialmente
Giovanni Canali